I bambini rubati dalla dittatura argentina

Plaza de Mayo (2007)

Plaza de Mayo (2007)

Nel mese di Agosto sono stati ritrovati due nipoti, due tra le centinaia di bambini rubati come bottino di guerra durante la dittatura militare argentina a coloro che venivano sequestrati e che poi sarebbero finiti ad allungare la lista dei desaparecidos.

Con l’ultimo ritrovamento, quello di Ana Libertad Baratti De la Cuadra avvenuto il 22 Agosto, il numero di nipoti ritrovati sale a 115. Quella di Ana è una storia particolare, ci sono voluti anni di lavoro e l’intervento della Comisión Nacional por el Derecho a la Identidad (Conadi), la Unidad Especializada en casos de Apropiación de Niños durante el Terrorismo de Estado de la Procuración, gli avvocati delle Abuelas e la Cancillería (Cancelleria dello Stato) e l’appoggio della diplomazia internazionale perché attualmente Ana Libertad vive in Europa. È la nipote di Alicia Zubasnabar De la Cuadra detta Licha, la prima presidentessa delle Abuelas de Plaza de Mayo che sfortunatamente è deceduta del 2008 senza poter riabbracciare sua nipote.

È notizia dei primi di Agosto, invece, quella del ritrovamento, in Argentina, del nipote numero 114, giusto a ridosso dei processi per lesa umanità che inizieranno a Settembre proprio per tentare di fare luce e giustizia su casi come questo.

Si chiama Guido Montoya Carlotto ora che finalmente, dopo 37 anni, ha recuperato la sua identità e ha scoperto di essere figlio di Laura Carlotto, scomparsa durante la dittatura militare di Jorge Rafael Videla (1976-1983), e nipote dell’attuale presidentessa dell’Associazione Abuelas de Plaza de Mayo Estela de Carlotto. Guido è cresciuto a Olavarría, a 300 Km da Buenos Aires, con il nome di Ignacio Hurban tra i silenzi di chi sapeva e non ha detto nulla, in un clima che potremmo definire di omertà, per usare una categoria a noi familiare.

Plaza de Mayo (2007)

Plaza de Mayo (2007)

La sua è una delle poche storie a lieto fine se si considera il totale di circa 500 bambini rubati durante la dittatura, la maggior parte dei quali oggi, già adulti, non conosce la propria identità. La dittatura argentina viene ricordata per i suoi 30.000 desaparecidos, e di questi fatti in Italia non si ha una conoscenza approfondita. Infatti è facile sentir parlare delle Madres de Plaza de Mayo che da quasi 40 anni si riuniscono davanti alla Casa Rosada e continuano instancabilmente a reclamare giustizia per i figli che la dittatura ha loro sottratto. Meno noto è invece il fatto che alcune di queste ragazze e donne desaparecidas, ovvero scomparse, erano incinte quando vennero catturate oppure erano madri di bambini molto piccoli nel momento del sequestro e dell’uccisione, e ancora meno si sa del destino dei loro figli. Accadde infatti che molte di loro partorirono durante la prigionia e tutte vennero immediatamente separate dai loro figli. I bambini sottratti dagli stessi militari poi venivano venduti, spesso affidati a famiglie di militari o di persone che sostenevano la dittatura, oppure  consegnati a famiglie umili che non erano nella posizione di rifiutare o di fare domande circa la provenienza dei bambini.

Questa è l’origine del dramma che ancora oggi scuote il suolo argentino e riapre la ferita ogni volta che uno di questi nipoti viene ritrovato tra gioie e dolori, smascherando anni di menzogne.

Non riesco nemmeno ad immaginare cosa possa voler dire per questi ex-bambini rubati, persone che oggi hanno tra i 30 e 40 anni, scoprire di non essere ciò che credevano, scoprire di avere altre origini biologiche e che spesso, quelli che fino a quel momento avevano creduto essere i propri genitori, in realtà sono o erano persone direttamente coinvolte con la sparizione dei loro genitori biologici e con l’occultamento della loro identità. La cosa più incredibile è che nella maggior parte dei casi queste persone, una volta venute a conoscenza delle loro origini biologiche, attraverso l’esame del DNA, “scoprono” anche i fili che li legano alla loro famiglia biologica: somiglianze fisiche ma anche gusti personali, scelte di vita, professionali e altro. Molti decidono di ricostruire la loro identità e scelgono di utilizzare il nome che avevano dato loro i genitori biologici. Le storie di questi “nipoti recuperati” aprono fiumi di riflessioni e dibattiti che si aggiungono alle azioni di “memoria verità e giustizia” che portano avanti le associazioni di diritti umani in Argentina. Il diritto all’identità è il diritto fondamentale su cui si basa la giustizia argentina per ricostruire queste storie e restituire i nipoti rubati alle loro famiglie, che li aspettano da più di trent’anni.

Questo è senz’altro un dato interessante su cui riflettere, l’identità è sempre stato uno dei concetti cardine della disciplina antropologica e casi come questo ci ricordano che è un argomento quanto mai attuale: ha a che fare con la genetica, la memoria, la politica, la storia personale e quella nazionale. Al di là delle teorie e delle molteplici definizioni legate al concetto d’identità emergono, infatti, esperienze di vita in cui la storia e le radici interagiscono in maniera dinamica con le scelte personali e con il valore sociale che viene attribuito a queste scelte, dando origine a soluzioni creative di costruzione dell’identità.

Sono storie incredibili rese possibili grazie a mamme e nonne coraggio che non si sono mai arrese, non hanno mai smesso di cercare i loro cari lottando ogni giorno contro i silenzi, le difficoltà e sfidando la dittatura, battendosi affinché queste vicende non venissero dimenticate o peggio negate.

Plaza de Mayo (2007)

Plaza de Mayo (2007)

Il fatto che se ne parli, che si venga a conoscenza dei ritrovamenti, fa crescere le speranze e rincuora chi sta ancora cercando, ma contribuisce anche a far riflettere sull’argomento e spinge le persone che nutrono dei dubbi sulla propria identità a fare volontariamente l’esame del DNA.

Come si è potuto constatare grazie all’ultimo ritrovamento avvenuto in Europa è importante diffondere queste informazioni anche al di là dei confini nazionali argentini, è quindi un piacere e un onore farlo in questa sede ricordando che anche in Italia esiste una campagna promossa dall’Ambasciata argentina per estendere la ricerca dei bambini rubati anche nel nostro paese, è la “Campagna per il diritto all’identità” di cui potete trovare informazioni ai seguenti link: http://www.lettera35.it/ricerca-desaparecidos-argentina/#prettyPhoto oppure http://www.uniroma3.it/page.php?page=Campagna_ e sulla pagina Facebook dedicata.

 

Fonti e approfondimenti

http://nuestroshijos.org.ar/

http://internacional.elpais.com/internacional/2014/08/25/actualidad/1408991946_354244.html

http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-253691-2014-08-24.html

http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-252358-2014-08-06.html

http://www.infonews.com/2014/08/25/politica-159010-el-emotivo-recordatorio-final-de-estela-a-su-hija-el-nieto-de-estela.php

http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-252357-2014-08-06.html

http://www.telam.com.ar/notas/201408/75525-licha-la-primera-presidenta-de-abuelas-de-plaza-de-mayo.html

http://www.pagina12.com.ar/diario/ultimas/20-253662-2014-08-23.html

http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-253656-2014-08-23.html

http://infojusnoticias.gov.ar/nacionales/nieta-recuperada-115-ana-libertad-esta-feliz-5365.html

http://infojusnoticias.gov.ar/nacionales/nieta-recuperada-115-ana-libertad-esta-feliz-5365.html

 

 

Film

Figli-Hijos di Marco Bechis, durata 100 min., Italia, 2001

Desaparecido, di Peter Sanders, Argentina, 2008. Guarda il trailer

 

 di Elena Bagalà

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