LAS BORRACHERAS
“Indagine etnografica sugli aspetti storico-culturali dell’uso-abuso di alcool nella città di Sicuani e nella Provincia di Chanchis,Perù”
Marco Gaspari*
marcourania5@gmail.com
Laurea Magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia, UNITO, 2014
Abstract
La necessità di realizzare la ricerca in questione nasce dall’osservazione diretta, di un modello di approccio all’alcool (in particolare negli uomini) tendente all’estasi e al conseguimento dell’atto estremo dell’ubriacatura (Borrachera)rilevato durante i periodi di permanenza, effettuati dallo scrivente ( 16 mesi totali) in alcuni paesi latinoamericani(Argentina 2010, Bolivia2001/2002, Peru 2011/2014) nell’ambito di progetti di intercambio e di cooperazione allo sviluppo.1
La ricerca è stata effettuata attraverso un permanenza di quattro mesi e mezzo, in due periodi temporali distinti (Ottobre-Novembre 2011 e Gennaio-Marzo 2014) presso un piccolo centro urbano dell’alto Perù, Sicuani, situato a 3.600 m di altitudine a metà strada fra Cuzco e Puno, interessato da un processo di crescita demografica che ne stravolto l’assetto sociale e urbano (nel giro di 15 anni è passato da 20.000 a 62.000 abitanti).
Dal punto di vista metodologico sono stati impiegati tre filoni d’indagine: 1) la ricerca di letteratura storica sull’argomento, effettuata presso il Centro Bartolomè De Las Casas di Cuzco; 2) interviste ad attori privilegiati nella città di Sicuani e Cuzco; 3) l’osservazione partecipante effettuata presso luoghi, contesti ed eventi caratterizzati da un forte consumo di alcool.
L’ipotesi di partenza era cercare di comprendere quanto le grammatiche di uso e abuso, contribuissero a edificare una “cultura dell’alcool”, e quanto (e in che modo) questa cultura fosse connessa ad altre variabili come la “Subcultura della povertà” (utilizzando gli indicatori teorici dell’antropologo O.Lewis, ovviamente adattati al contesto) il machismo, la violenza intra-familiare. Lo stimolo scientifico predominante, era indagare e approfondire quanto i differenti modelli(patterns;patrones), di consumo, rispondessero a logiche e costruzioni di tipo culturale e quanto ” la cultura dell’ abuso “ fosse da ritenersi un elemento centrale nei processi antropopoietici locali.
Il nucleo centrale del lavoro etnografico è stato dedicato all’osservazione degli eventi sociali e comunitari denominati localmente Compromisos: feste, celebrazioni, anniversari, consegna lavori (in particolare nel campo dell’edilizia), compleanni ecc., all’interno dei quali, vengono innescati processi di naturalizzazione delle grammatiche di uso e abuso: l’alcool sembra fungere, in tali contesti da “carburante gruppale”, necessario a rinsaldare e rinnovare continuativamente il patto comunitario. Il compromiso è da considerarsi l’evento fondante attraverso il quale, la comunità si auto-perpetua; di riflesso anche il consumo di alcool appare indispensabile per la stabilizzazione e perpetuazione delle relazioni sociali interne ai gruppi e per la delimitazione del “confine” fra tempo ordinario/lavorativo e tempo della festa.
Ho cercato di leggere e interpretare le regole attuali di approccio all’alcool non come un fatto sociale e culturale statico, cristallizzato in modelli e habitus definiti, ma come il prodotto di processi storico socio- culturali ancora oggi in continua fase di ridefinizione, evidenziando come il fenomeno studiato si presti , per le sue caratteristiche di mutevolezza e plasmabilità, ad essere utilizzato come laboratorio culturale permanente, dove poter osservare le tensioni in atto fra modernità e tradizione( non soltanto nel contesto andino).
Nota importante: tale studio ha coinciso temporalmente con l’intervento dell’Associazione Assistenti Sociali Senza Frontiere presso la città oggetto del lavoro di campo (della quale l’autore è membro dal 2009 e referente del progetto in Perù dal Gennaio 2012).
*Marco Gaspari nato a Genova il 17 gennaio 1973 è laureato in Servizio Sociale (2001) presso l’università di Genova; ha effettuato formazione post-grado nei campi della Cooperazione e Sviluppo con PVS (corso di perfezionamento, A.A. 2005/2006) presso Unige e mediazione comunitaria dei conflitti (A.A. 2012/2013) presso Unige e Associazioni San Marcellino di Genova e Ciedepax(sedi di Buenos Aires e Città del Messico).
Ha partecipato a vari progetti di cooperazione allo sviluppo e intercambio professionale, in particolare nell’area dei servizi sociali (Bolivia 2001/2002; Argentina 2010; Perù 2011/2014). E’ stato uno fra i primi iscritti all’Associazione “Assistenti Sociali senza frontiere”. Come assistente sociale nella città di Genova ha lavorato e lavora nell’ambito delle dipendenze, della riduzione del danno, nel lavoro sociale di prossimità, nella conduzione di gruppi con donne latinoamericane. Ha effettuato una ricerca in nome e per conto del Dipartimento delle Dipendenze della Città di Genova, tesa a mappare i differenti stili di uso e abuso di alcool in due zone della città stessa nel periodo compreso fra il 2006 e il 2007(presentata all’ interno del Convegno “nuovi orizzonti della prevenzione” il giorno 12/10/2007).
Si è laureato in Antropologia Culturale e Etnologia presso l’Università di Torino nell’anno 2014, con la tesi ”Indagine sugli aspetti storico-culturali dell’uso-abuso di alcool nella città di Sicuani e nella Provincia di Chanchis,Perù”( relatrice A. S. Giletti, co-relatore E. Comba)
Si è avvicinato all’Antropologia Culturale con il solo obbiettivo di arricchire, integrare e perfezionare le proprie competenze negli ambiti delle povertà, della violenza, della cooperazione allo sviluppo e del fenomeno delle dipendenze in generale: cambiando “lenti di osservazione” in sostanza, ma continuando ad occuparsi delle stesse tematiche di cui si è occupato da sempre. Il sogno nel cassetto è riuscire a portare la visione antropologica all’interno dei servizi alla persona a Genova.