Yemayá e il Diavolo: esperienze e transculturazioni a Cuba e in Argentina
Milena Annecchiarico
milargenta@gmail.com
Corso di studi: Laurea II Livello, Antropologia Culturale ed Etnologia, Università degli Studi di Torino. 2010.
Tesi pubblicata da Edizioni Accademiche Italiane, anno 2015, con il titolo: Antropologie e transculturazioni in America Latina. L’immaginario del Diavolo nelle Ande Meridionali e la figura afrocubana di Yemayá tra arte, memoria e resistenza. ISBN: 978-3-639-77186-2
Abstract.
“La profondità del pensiero americano consiste nel sapere che in nessun caso il caos, la morte e il diavolo possono essere estirpati completamente”. Rodolfo Kush.
Nella prima parte della tesi affronto alcune questioni teoriche relative all’ambito dell’esperienza in antropologia, nonché alle delicate questioni relative alla metodologia della ricerca antropologica e i vincoli con il potere nell’età contemporanea. Si riflette quindi sulla razzializzazione o culturalizzazione delle diseguaglianze sociali, una prospettiva che mette in luce i rischi della reificazione dell’altro etnografico in quanto soggetto culturale, destoricizzato, decontestualizzato. Segue una trattazione di proposte teoriche latinoamericane recenti che vanno verso un’antropologia latinoamericana autoriflessiva e autocentrata. Infine, si propone un confronto tra diverse prospettive del meticciato e della creolizzazione nelle Americhe, il contributo del concetto di transculturazione e di fagocitazione, che introducono alla trattazione del todo mezclado, hermanado come esperienza performativa e prospettiva epistemologica latinoamericana.
Foto: Camino de los Colorados, Purmamarca, Jujuy. Patrimonio dell’Umanità. Quale Umanità?
L’analisi etnografica si sofferma sulle ambivalenze della demonizzazione dell’altro operata nelle Americhe a partire dalla Conquista e le risposte date dalle popolazioni locali del Nord Ovest argentino in chiave di resistenza, attraverso la potente figura del o dei Diavoli incontrati sopra e sotto terra nelle Ande Meridionali. I Diavoli ci parlano delle condizioni attuali delle popolazioni del Nord Ovest argentino in un contesto nazionale di costruzione di un’argentinità bianca, europea e razionale, in cui la narrativa del potere assume le ‘tradizioni’ europee come ‘tradizioni del progresso’ e della bianchezza, in contrapposizione alle ‘tradizioni’ e culture native o afroamericane che invece veicolano un’idea di ‘primitività, fetore e arretratezza’ ai margini dell’idea di nazionalità argentina.
Foto: Comunità afrocubana, ex ‘ingenio azucarero’, Colón, Matanzas. Memorie e rappresentazioni dell’ africanía. Yemayá, divinità yoruba della maternità, madre universale.
Nella seconda parte, dedicata interamente all’africanía cubana, Yemayà introduce e conduce il tragitto reale e dell’immaginario degli schiavi a Cuba, delle transculturazioni e dei sincretismi culturali avvenuti sull’isola caraibica. Yemayà apre l’indagine della complessa e intricata questione dell’africanità o africanía cubana. Mi interrogo sulla costruzione antropologica, sociale e storica del concetto di africanía. L’ africaníacome discorso intorno ai legami storici e culturali di Cuba con l’Africa, è al centro delle politiche culturali rivoluzionarie di tradizionalizzazione e visibilizzazione del patrimonio afrocubano, ed è al tempo un’appartenenza rielaborata in seno della popolazione che pratica, consuma e digerisce nella propria quotidianità queste “tradizioni afrocubane”.